(AGI) - Roma, 13 dic. - Le famiglie italiane sono sempre più povere ma soprattutto crescono le diseguaglianze: solo al 10% va il 45,9% della ricchezza complessiva. Sono i dati che emergono dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia. Alla fine del 2010 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva il 45,9% della ricchezza complessiva. "La distribuzione della ricchezza, si legge nell'analisi, è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all'opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata". Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2010 pari al 2,8%, risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Secondo le stime disponibili comunque, segnala la Banca d'Italia, nel confronto internazionale l'Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati. La crisi inoltre continua a erodere la ricchezza netta delle famiglie italiane che nel 2011 ha subito un calo dello 0,7% a prezzi correnti e del 3,4% in termini reali. Nel dettaglio, alla fine dell'anno scorso il dato aggregato era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco piu' di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia, tornando più o meno sui livelli di fine anni Novanta. Dal 2007, quando la ricchezza raggiunse il suo valore massimo in termini reali, la riduzione è pari al 5,8%. E, secondo stime preliminari, un'ulteriore diminuzione dello 0,5% in termini nominali si è avuta nel primo semestre di quest'anno. Nel corso del 2011, l'aumento delle attività reali (1,3%) è stato più che compensato da una diminuzione delle attività finanziarie (3,4%) e da un aumento delle passività (2,1%). In particolare, alla fine dello scorso anno, le attività reali rappresentavano il 62,8% del totale delle attività e le attività finanziarie il 37,2%. Le passività finanziarie, pari a 900 miliardi di euro, erano il 9,5% delle attività complessive. Nel confronto internazionale, sottolinea Bankitalia, le famiglie italiane mostrano un'elevata ricchezza netta, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l'8,2 del Regno Unito, l'8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un ammontare dei debiti pari al 71% del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone è del 125%, nel Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%). Tra la fine del 2010 e la fine del 2011 la ricchezza pro capite è diminuita dell'1% a prezzi correnti e del 3,7% a prezzi costanti. Sempre a prezzi costanti, la ricchezza netta pro capite nel 2011 è comparabile con i livelli che si registravano nella prima metà del decennio scorso. La ricchezza media per famiglia ha presentato una dinamica meno favorevole, essendo diminuita nel corso del 2011 dell'1,6% a prezzi correnti e del 4,3% a prezzi costanti.
Il livello di ricchezza per famiglia del 2011 a prezzi costanti è simile a quello della fine degli anni novanta. Deve essere tuttavia tenuto presente che fra il 1995 e il 2011 il numero di famiglie italiane è cresciuto di quasi 5 milioni di unità, soprattutto a causa della riduzione della dimensione media delle famiglie, passata da 2,9 a 2,5 individui. Secondo il Codacons questi dati sono "sconcertanti". Per l'associazione di consumatori "i maggiori sacrifici necessari per risanare i conti pubblici andrebbero chiesti a chi se li può permettere e non certo a quelle famiglie povere che detengono appena il 9,4% della ricchezza totale. Obiettivo non certo perseguibile se ci si ostina ad aumentare una tassa proporzionale e non progressiva come l'Iva". Il dato, aggiunge il Codacons, "diventa poi sconvolgente se si abbina a quello secondo il quale dal 2010 al 2011 la ricchezza delle famiglie e' calata del 3,4% ed il 2,8% è totalmente in rosso". Per questo il Codacons chiede al Governo di "introdurre un contributo straordinario di solidarietà per questo 10% di famiglie italiane ricche e propone di introdurre, una tantum, un'aliquota marginale Irpef superiore al 43% per chi, ad esempio, dichiara piu' di 90.000 euro. Un gettito aggiuntivo da destinare integralmente ad aiutare chi è in difficolta'".
(AGI) .
Notizie & commenti dalla Società di Mutuo Soccorso di San Giuliano Vecchio (Alessandria).
Fondata il 10 dicembre 1876.
Riconosciuta giuridicamente il 17 marzo 1896.
lunedì 17 dicembre 2012
Paperoni d'Italia.
(AGI) - Roma, 13 dic. - Le famiglie italiane sono sempre più povere ma soprattutto crescono le diseguaglianze: solo al 10% va il 45,9% della ricchezza complessiva. Sono i dati che emergono dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia. Alla fine del 2010 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva il 45,9% della ricchezza complessiva. "La distribuzione della ricchezza, si legge nell'analisi, è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all'opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata". Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2010 pari al 2,8%, risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Secondo le stime disponibili comunque, segnala la Banca d'Italia, nel confronto internazionale l'Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati. La crisi inoltre continua a erodere la ricchezza netta delle famiglie italiane che nel 2011 ha subito un calo dello 0,7% a prezzi correnti e del 3,4% in termini reali. Nel dettaglio, alla fine dell'anno scorso il dato aggregato era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco piu' di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia, tornando più o meno sui livelli di fine anni Novanta. Dal 2007, quando la ricchezza raggiunse il suo valore massimo in termini reali, la riduzione è pari al 5,8%. E, secondo stime preliminari, un'ulteriore diminuzione dello 0,5% in termini nominali si è avuta nel primo semestre di quest'anno. Nel corso del 2011, l'aumento delle attività reali (1,3%) è stato più che compensato da una diminuzione delle attività finanziarie (3,4%) e da un aumento delle passività (2,1%). In particolare, alla fine dello scorso anno, le attività reali rappresentavano il 62,8% del totale delle attività e le attività finanziarie il 37,2%. Le passività finanziarie, pari a 900 miliardi di euro, erano il 9,5% delle attività complessive. Nel confronto internazionale, sottolinea Bankitalia, le famiglie italiane mostrano un'elevata ricchezza netta, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l'8,2 del Regno Unito, l'8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un ammontare dei debiti pari al 71% del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone è del 125%, nel Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%). Tra la fine del 2010 e la fine del 2011 la ricchezza pro capite è diminuita dell'1% a prezzi correnti e del 3,7% a prezzi costanti. Sempre a prezzi costanti, la ricchezza netta pro capite nel 2011 è comparabile con i livelli che si registravano nella prima metà del decennio scorso. La ricchezza media per famiglia ha presentato una dinamica meno favorevole, essendo diminuita nel corso del 2011 dell'1,6% a prezzi correnti e del 4,3% a prezzi costanti.
Il livello di ricchezza per famiglia del 2011 a prezzi costanti è simile a quello della fine degli anni novanta. Deve essere tuttavia tenuto presente che fra il 1995 e il 2011 il numero di famiglie italiane è cresciuto di quasi 5 milioni di unità, soprattutto a causa della riduzione della dimensione media delle famiglie, passata da 2,9 a 2,5 individui. Secondo il Codacons questi dati sono "sconcertanti". Per l'associazione di consumatori "i maggiori sacrifici necessari per risanare i conti pubblici andrebbero chiesti a chi se li può permettere e non certo a quelle famiglie povere che detengono appena il 9,4% della ricchezza totale. Obiettivo non certo perseguibile se ci si ostina ad aumentare una tassa proporzionale e non progressiva come l'Iva". Il dato, aggiunge il Codacons, "diventa poi sconvolgente se si abbina a quello secondo il quale dal 2010 al 2011 la ricchezza delle famiglie e' calata del 3,4% ed il 2,8% è totalmente in rosso". Per questo il Codacons chiede al Governo di "introdurre un contributo straordinario di solidarietà per questo 10% di famiglie italiane ricche e propone di introdurre, una tantum, un'aliquota marginale Irpef superiore al 43% per chi, ad esempio, dichiara piu' di 90.000 euro. Un gettito aggiuntivo da destinare integralmente ad aiutare chi è in difficolta'".
(AGI) .