Notizie & commenti dalla Società di Mutuo Soccorso di San Giuliano Vecchio (Alessandria).
Fondata il 10 dicembre 1876.
Riconosciuta giuridicamente il 17 marzo 1896.
mercoledì 29 febbraio 2012
lunedì 20 febbraio 2012
Auguri belli.
Si è appena concluso l'anno celebrativo del 150° anniversario dell'Unità d'Italia e ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori.
Forse anche la stessa crisi economica e politica in cui questo nostro Bel Paese (...e non solo) si dibatte ha contribuito a far passare le diverse iniziative in sordina.
Anche sul web c'è stato qualsiasi cosa, con eccessi dall'una e dall'altra parte.
A distanza ormai di due mesi, possiamo dire che di tutto ciò che ci è capitato davanti, l'espressione davvero più bella ed equilibrata per le sue caratteristiche sia estetiche sia di contenuto (soprattutto in grado di unire tutti) che abbiamo visto è questa, realizzata da una web agency, la "Tecnova" di Termoli (CB), che è stata premiata con oltre un milione di contatti.
Complimenti!
Ve la proponiamo:
Complimenti!
Ve la proponiamo:
sabato 18 febbraio 2012
100 anni: "Forsa grigi"! Orso…sbrànali!
Non potevamo esimerci: oggi l'U. S. Alessandria compie 100 anni (chi ne vuol sapere di più: qui).
Il cuore grigio è sempre lì e batte: augurissimi!!!
Questa nostra Società è in un certo senso molto legata all’U.S. Alessandria.
Il suo Presidente del 1946 al quale lo Stadio è dedicato, Giuseppe Moccagatta (ü sciùr Pìpu), Sindaco di Alessandria, è stato nostro Socio onorario benefattore.
Tutti poi ricordiamo l’impegno e la passione che ai Grigi dedicò un nostro leggendario Presidente: Gino Armano, che realizzò la ricostruzione di questo nostro Sodalizio nella seconda metà degli anni sessanta guidandolo, insieme ad un Consiglio di "mitici", fuori da una crisi gravissima. E con lui, suo cugino, Adriano Ferretti a lungo Segretario, poi negli anni '90 Presidente.
Erano gli anni in cui la Società organizzava i pullman per seguire i Grigi nelle trasferte. Qualcuna di queste, come quella a Novara nel 1965, è rimasta celebre ed è tuttora vivissima nell'immaginario anche dei più giovani che in quegli anni avevano una manciata di anni, o poco più.
Tutti poi ricordiamo l’impegno e la passione che ai Grigi dedicò un nostro leggendario Presidente: Gino Armano, che realizzò la ricostruzione di questo nostro Sodalizio nella seconda metà degli anni sessanta guidandolo, insieme ad un Consiglio di "mitici", fuori da una crisi gravissima. E con lui, suo cugino, Adriano Ferretti a lungo Segretario, poi negli anni '90 Presidente.
Erano gli anni in cui la Società organizzava i pullman per seguire i Grigi nelle trasferte. Qualcuna di queste, come quella a Novara nel 1965, è rimasta celebre ed è tuttora vivissima nell'immaginario anche dei più giovani che in quegli anni avevano una manciata di anni, o poco più.
Facciamo, dunque, festa con questo inno in dialetto lisandrén al quale siamo ancora affezionati, cantato da un carissimo amico, Franco Rangone, che - se non andiamo errando - ne scrisse altri due, complessivamente: quello del 1974, questo del 1980 ed un ultimo nel 2002.
Ma per noi questo che accompagnò Tony Colombo (399 partite in maglia grigia) & C. nel 1981 in C1, è sempre quello vero.
Dedicato a tutti i nostri (tanti...) Consiglieri e Soci di ieri e di oggi
che per i Grigi molte volte hanno avuto dei veri mal di pancia.
martedì 14 febbraio 2012
giovedì 9 febbraio 2012
Povera Italia.
Lo scorso 2 dicembre il CENSIS ha presentato il 45° Rapporto sullo stato sociale dell’Italia.
Questa è la sintesi a cura dell’Adnkronos/Ign.
L'Italia
ha "vissuto in questi ultimi mesi una retrocessione evidente della
nostra immagine nazionale". La società si è rivelata "fragile, isolata",
"in affanno" e "in parte eterodiretta". E' quanto emerge dal 45esimo
Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2011 che, "partim
dolore, partim verecundia", cioè un po' con dolore e un po' con
vergogna", prende atto della "retrocessione" dell'Italia dovuta "alla
caduta del nostro peso economico e politico nelle vicende internazionali
ed europee". "Abbiamo scontato certo una triplice e combinata
insipienza", continuna il Rapporto: ovvero, aver "accumulato per decenni
un abnorme debito pubblico, che non ci permette più autonomia di
sistema; esserci fatti trovare politicamente impreparati a un attacco
speculativo che vedeva nella finanza pubblica italiana l'anello debole
dell'incompiuto sistema europeo; aver dimostrato per mesi e mesi
confusione e impotenza nelle mosse di governo" in difesa dell'economia.
Nel picco della crisi 2008-2009 - continua il Rapporto - avevamo
dimostrato una tenuta superiore a tutti gli altri, guadagnandoci una
good reputation internazionale. Ma ora siamo fragili a causa di una
crisi che viene dal non governo della finanza globalizzata e che si
esprime sul piano interno con un sentimento di stanchezza collettiva e
di inerte fatalismo rispetto al problema del debito pubblico. Siamo
isolati, perché restiamo fuori dai grandi processi internazionali
(rispetto all’Unione europea, alle alleanze occidentali, ai mutamenti in
corso nel vicino Nord Africa, ai rampanti free rider dell’economia
mondiale). E siamo eterodiretti, vista la propensione degli uffici
europei a dettarci l’agenda. I nostri antichi punti di forza (la
capacità di adattamento e i processi spontanei di autoregolazione nel
welfare, nei consumi, nelle strategie d’impresa) non riescono più a
funzionare. "Viviamo esprimendoci con concetti e termini che nulla hanno
a che fare con le preoccupazioni della vita collettiva (basti pensare a
quanto hanno tenuto banco negli ultimi mesi termini come default,
rating, spread, ecc.) e alla fine ci associamo, ma da prigionieri, alle
culture e agli interessi che guidano quei concetti e quei termini".
Per uscirne, bisognerà tornare all'economia reale, nonostante l’attuale
trionfo dell’economia finanziaria. La nostra crescita dell’ultimo mezzo
secolo è stata il frutto di processi di sviluppo della soggettività
individuale (iniziativa imprenditoriale di piccola e media dimensione,
vitalità delle diverse realtà territoriali, coesione sociale, forza
economica e finanziaria delle famiglie, diffusa patrimonializzazione
immobiliare, radicamento sul territorio del sistema bancario,
responsabile copertura pubblica e privata dei bisogni sociali): fattori
ancora essenziali per superare la congiuntura negativa e il declinismo.
"Potremo superare la crisi attuale se, accanto all’impegno di difesa dei
nostri interessi internazionali, sapremo mettere in campo la nostra
vitalità, rispettarne e valorizzarne le radici, capirne le ulteriori
direzioni di marcia".
IDENTITÀ PLURIME E INTERESSI: GLI ITALIANI IN RECUPERO DI SERIETÀ.
In tempi di crisi, gli italiani riscoprono il valore della responsabilità collettiva: il 57,3% è disponibile a fare sacrifici per l’interesse generale del Paese. Anche se il 46% di questi lo farebbe solo in casi eccezionali. L'81% condanna duramente l'evasione fiscale: il 43% la reputa moralmente inaccettabile, il 38% pensa che chi non paga le tasse arreca un danno ai cittadini onesti. L’identità italiana è per sua natura molteplice: il 46% dei cittadini si dichiara 'italiano'; i 'localisti' sono il 31,3% e si riconoscono nei Comuni, nelle regioni o nelle aree territoriali di appartenenza; i 'cittadini del mondo', che si identificano nell’Europa o nel globale, sono il 15,4%; i 'solipsisti', che si riconoscono solo in se stessi, sono il 7,3%. Ancora oggi i pilastri del nostro stare insieme fanno perno sul senso della famiglia, indicata dal 65,4% come elemento che accomuna gli italiani.
CALA FIDUCIA IN ISTITUZIONI, CI CREDE 1 ITALIANO SU 4.
In tempi di crisi, gli italiani riscoprono il valore della responsabilità collettiva: il 57,3% è disponibile a fare sacrifici per l’interesse generale del Paese. Anche se il 46% di questi lo farebbe solo in casi eccezionali. L'81% condanna duramente l'evasione fiscale: il 43% la reputa moralmente inaccettabile, il 38% pensa che chi non paga le tasse arreca un danno ai cittadini onesti. L’identità italiana è per sua natura molteplice: il 46% dei cittadini si dichiara 'italiano'; i 'localisti' sono il 31,3% e si riconoscono nei Comuni, nelle regioni o nelle aree territoriali di appartenenza; i 'cittadini del mondo', che si identificano nell’Europa o nel globale, sono il 15,4%; i 'solipsisti', che si riconoscono solo in se stessi, sono il 7,3%. Ancora oggi i pilastri del nostro stare insieme fanno perno sul senso della famiglia, indicata dal 65,4% come elemento che accomuna gli italiani.
CALA FIDUCIA IN ISTITUZIONI, CI CREDE 1 ITALIANO SU 4.
"Solo
un quarto dei cittadini italiani dichiara di avere fiducia nelle
principali istituzioni rappresentative (Governo e Parlamento)". "La
percezione della crisi economico-finanziaria ha tendenzialmente eroso i
livelli di consenso di cui godono le classi dirigenti continentali, ma
sembrerebbe esservi una specifica accentuazione italiana della caduta di
considerazione nei confronti di chi, in diversi ambiti e a diverso
titolo, occupa posizioni di responsabilità o svolge ruoli di influenza"
afferma il Censis. Alla classe dirigente la maggioranza degli italiani
(59%) chiede adesso "specchiata onestà sia in pubblico che in privato",
preparazione (43%), "saggezza e consapevolezza (42,5%).
GIOVANI AL CENTRO DELLA CRISI.
Tra
il 2007 e il 2010 il numero degli occupati è diminuito di 980.000 unità
e tra i soli italiani le perdite sono state pari a oltre 1.160.000
occupati. Nel 2010 quasi un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni non
studia nè lavora ed è molto alta, rispetto alla medie Ue anche la quota
degli scoraggiati: l’11,2% dei giovani di 15-24 anni, e addirittura il
16,7% di quelli tra 25 e 29 anni, non è interessato né a lavorare né a
studiare, mentre la media europea è pari rispettivamente al 3,4% e
all’8,5%.. In calo i laureati, che il mercato non assorbe: "Sul versante
dell’alta professionalità, siamo di fronte al paradosso di una scarsa, e
tendenzialmente in contrazione, produzione di laureati, rispetto alle
altre economie avanzate, che ci colloca ancora molto lontani
dall’obiettivo comune europeo di giungere al 40% di popolazione di 30-34
anni in possesso di titoli d’istruzione terziaria, e un mercato del
lavoro non in grado di assorbirla completamente".
IN CALO PRODUTTIVITÀ E QUALITÀ SERVIZI.
Nell’ultimo
decennio gli occupati sono aumentati del 7,5%, ma il Pil è cresciuto in
termini reali solo del 4%, contro il 9,7% della Germania e l'11,9%
della Francia, che hanno registrato incrementi occupazionali
rispettivamente del 3% e del 5,1%. Si è ridotta la nostra capacità di
generare valore. "La produttività oraria è andata progressivamente
calando". Dati alla mano, fatto 100 il livello di produttività medio
europeo, l'Italia presentava un valore pari a 117, nel 2010 il
differenziale risultava decisamente più contenuto, collocando il nostro
Paese sui livelli medi dell'Europa (101), molto lontano da quello dei
nostri principali competitor (133 la Francia, 124 la Germania, 108 la
Spagna e 107 il Regno Unito) e sempre più simile a quello dei newcomers,
dei Paesi che hanno fatto del basso costo del lavoro la loro principale
leva di concorrenzialità sui mercati. "Tale dinamica à stata
sicuramente condizionata dalla qualità della crescita occupazionale
registratasi in Italia negli ultimi anni, che ha visto aumentare i
lavori a bassa o nulla qualificazione a scapito di quelli più
qualificati".
Lascia a desiderare anche la qualità dei servizi. "In un momento
difficile per il Paese, i cittadini e le imprese si trovano a fare i
conti con un sistema dei servizi che mostra evidenti segnali di
criticità", afferma il Censis, sottolineando che in Italia il valore
aggiunto dei servizi cresce pochissimo (+1,3%), scontando pure un
decremento nell'ambito delle attività legate al commercio e al turismo.
Nel 2011 il trasporto pubblico ha subito mancati trasferimenti in
attuazione dell’accordo Stato-Regioni, con queste ultime costrette ad
aumentare le tariffe e a ridurre i servizi. Nel triennio 2008-2011 la
scuola ha subito una riduzione di circa 57.000 docenti, a fronte di
76.000 alunni in più. E le risorse per l’attuazione dei Piani di offerta
formativa si sono ridotte dai 48 milioni di euro del 2010-2011 ai 12
milioni dell’anno scolastico in corso. Nel comparto sicurezza si risente
del taglio ai fondi per la manutenzione dei veicoli della polizia e per
il carburante, scesi da 80 a 40 milioni di euro. Nelle politiche
sociali si assiste alla riduzione tra il 2009 e il 2011 del 65,6% del
Fondo nazionale per le politiche sociali e all’azzeramento del Fondo
nazionale per la non autosufficienza.
IN POVERTÀ 4 MILIONI DI FAMIGLIE ITALIANE.
Nel
periodo 2006-2010 si è avuto un aumento di oltre 505.000 (+14,6%) delle
famiglie in condizione di deprivazione che ora sono 4 milioni; è
aumentato di oltre 1 milione (sono 4,1 milioni in totale) il numero di
famiglie che hanno intaccato il patrimonio o contratto debiti. E poi le
coppie con figli in povertà assoluta sono aumentate di 115.000 nuclei
(+37%) e sono ormai oltre 424.000; le monogenitoriali in povertà
assoluta sono aumentate di 65.000 nuclei (+72,3%) e sono salite a
154.000; le famiglie numerose in povertà assoluta con 5 e più componenti
sono aumentate di 43.000 unità (+41,6%) e sono ora 147.000. Per ogni
famiglia i risparmi accumulati su base trimestrale, si legge nel
rapporto, sono passati dai 1.860 euro di fine 2005 a poco più di 1.200
euro alla metà del 2011: una flessione complessiva del 34,5% in cinque
anni e mezzo. Nella prima parte dell’anno, soltanto il 28,2% delle
famiglie italiane è stato in grado di mettere da parte una quota del
proprio reddito mensile, il 53% è andato in pari tra quanto speso e
quanto guadagnato, il 18,8% è finito in rosso. La propensione al
risparmio delle famiglie italiane, che a metà degli anni ’90 era
superiore al 20% del reddito disponibile e a metà dello scorso decennio
oscillava ancora tra il 15% e il 17%, ha subito una contrazione,
attestandosi oggi su un ben più modesto 11,3%.
Per chi vuole approfonire: sul sito del CENSIS, si illustra il "Rapporto" qui.
lunedì 6 febbraio 2012
Il Consiglio ha deciso che...
Il Consiglio della Società ha tenuto, come era stato pubblicato, due riunioni.
Se ne da qui il resoconto complessivo.
Se ne da qui il resoconto complessivo.
Il Socio Poggio Emiliano è stato nominato nuovo Consigliere.
Per quanto riguarda il Consigliere anziano, il Presidente ha invitato i Consiglieri ad evitare che questa funzione sia cumulata con altre. Ed il Consiglio all’unanimità, ha accolto l’invito. Quindi, il primo Consigliere con il maggior numero di voti dopo il Presidente, è Piccinini Nuccio che, essendo già Vicepresidente, rinuncia. Il secondo è Ferruccio Marco che essendo già Tesoriere, rinuncia. Il terzo è Ferretti Dino che, essendo già Segretario e Cassiere, rinuncia. Il quarto è Roberta Bricoli che, pertanto, è il Consigliere anziano.
Nella seduta del 27 gennaio si è ricordata la ricorrenza del “Giorno della Memoria”, essendo l’anniversario dell’abbattimento dei cancelli del Campo di concentramento di Auschwitz.
“Lo scopo fondamentale che ha questo “ricordo” - ha detto il Presidente - è innanzittutto quello di educare in particolar modo i giovani al rispetto reciproco, al rifiuto di qualsiasi manifestazione di razzismo e di antisemitismo, e ai valori fondanti di una moderna società civile.
Ma la memoria del passato non basta. Il ricordo del passato, felice o tragico che sia, se non è accompagnato dalla tensione verso il futuro non solo è vano, ma anzi deprime. Senza la speranza puramente umana, cioè senza l’apertura al futuro, il passato diventa puro archeologismo e anche il presente si inaridisce fatalmente nel momentaneo.
La memoria è, però, anche sorgente dell’etica, della vera moralità, ovvero della possibilità di agire per un bene.
L’ “altro” che incontro, che sia del mio paese o straniero, è un uomo, una persona, con un valore sconfinato, da rispettare fino in fondo.”
Infine, ha ricordato che “l’errore più grande che si commette oggi è pensare che fatti di una tale gravità come lo sterminio perpetrato dai nazisti siano capitati solo nel tempo passato. Uno sguardo attento a quanto si verifica oggi nel mondo ci dimostra che i lager sono ancora oggi presenti (ad esempio in Cina), ma pochi ne scrivono, che cinquanta milioni di bimbi ogni anno vengono uccisi con l’aborto “sempre più libero”, che l’eugenetica - cioè l’eliminazione di handicappati o di chiunque non rientri negli standards di vita attuali - nata sotto i regimi totalitari e vagheggiata dal nazismo è oggi presentata come modernità, che tante altre ingiustizie sono ancora commesse. Una giornata della memoria - ha concluso il Presidente - che accusasse il passato (come accade nella maggior parte dei casi) e che non riflettesse sul presente sarebbe ipocrita e farisaica. Se il presente deve illuminare il passato, è anche vero il contrario, ovvero che il passato deve aiutarci a scrutare meglio il presente.”.
Si è poi deciso di rinviare la nomina del Collegio dei Probiviri in quanto si è convenuto che, considerato che lo Statuto prevede questa possibilità, i nominati siano non Soci. Il Collegio dei Probiviri ha un importante potere di controllo sull’attività sociale ed il chiamare tre persone esterne cioè non appartenenti al Sodalizio e con adeguati titoli professionali ad esercitare tale controllo è una manifestazione importante di trasparenza e di correttezza.
Successivamente, si è esaminata la situazione finanziaria della Società e si è approvato il Rendiconto 2011 con annessa la situazione debitoria. Il tutto sarà sottoposto, secondo quanto è previsto dalle norme statutarie, all’approvazione dell’Assemblea dei Soci che si terrà a marzo.
Il Presidente ha poi riferito sulla riunione del "Comitato festeggiamenti". Il Consiglio ha rinnovato l’adesione della Società al “Comitato” per l’organizzazione della "Sagra dei Farciö" e della Festa Patronale nei consueti modi in cui tale partecipazione si è realizzata negli anni scorsi. Ha pure esaminato la “carta” del 2008 con la quale fu costituito lo stesso Comitato (ricevuta dal Presidente dell'Unione Sportiva) ed ha rilevato che è necessario procedere, sulla base dell’esperienza maturata in questi anni, al suo aggiornamento.
Si è infine deciso che i Soci debbano ricevere quanto prima la tessera per posta in quanto per “accidenti vari di stagione” non è stato possibile organizzare il già programmato incontro con gli stessi Soci e non è assolutamente opportuno rinviare ulteriormente la distribuzione delle tessere.
In conclusione, il Cassiere ed il Tesoriere hanno informato il Consiglio che il sig. Senno Fioravante ha annullato il suo credito nei confronti della Società.
Il Consiglio lo ha ringraziato sinceramente per questo importante gesto di generosità che aiuta concretamente il Sodalizio ad affrontare con minore “affanno” gli impegni che lo attendono. Anche per questi motivi ed in segno di sincera gratitudine, il Consiglio ha deciso, all’unanimità, di nominare il sig. Senno, Socio Benemerito della Società.
sabato 4 febbraio 2012
Una riflessione sul disagio creato dall'ondata di freddo e neve
Questa non è affatto la sede per discutere i disagi di questi giorni, a chi competono le responsabilità e via dicendo.
Vorremmo solo osservare che ci sono stati momenti ed occasioni di solidarietà nei confronti di poveri, anziani, persone sole che, salvando dignità e vite umane, onorano questo Paese.
Si vuole qui osservare che, comunque, la neve di questi giorni obbliga tutti - chi più, chi meno - a soste forzate. E, quindi, a "ragionarci su". Ecco una riflessione significativa di Salvatore Vitiello per Zenit su "Maltempo? Un grande valore pedagogico.".
Vorremmo solo osservare che ci sono stati momenti ed occasioni di solidarietà nei confronti di poveri, anziani, persone sole che, salvando dignità e vite umane, onorano questo Paese.
Si vuole qui osservare che, comunque, la neve di questi giorni obbliga tutti - chi più, chi meno - a soste forzate. E, quindi, a "ragionarci su". Ecco una riflessione significativa di Salvatore Vitiello per Zenit su "Maltempo? Un grande valore pedagogico.".
Le condizioni di maltempo su tutta l’Italia e sull’intera Europa, con temperature siberiane ed importanti nevicate, hanno certamente determinato un profondo disagio per tutti, impedendo gli spostamenti e, talvolta, perfino di assolvere ai “normali” doveri lavorativi, stravolgendo l’ordinario svolgimento delle giornate.
Tuttavia, pur nell’oggettiva difficoltà di una situazione forse non adeguatamente prevista ed affrontata, è possibile, e quindi doveroso, porre in evidenza un elemento positivo: la presente situazione climatica ha un profondo valore pedagogico. In che senso?
Nel senso che ci educa tutti a ricordare che non siamo i “padroni del mondo”, che non tutto è nelle nostre mani, che i nostri mezzi ipertecnologici possono essere messi fuori uso da un improvviso abbassamento delle temperature o da un semplice blackout elettrico.
Dover camminare lentamente, a causa della neve e del ghiaccio, restituisce al “cammino” il suo significato, passo dopo passo, guardando attentamente dove si poggia il piede, osservando sia tutto ciò che si ha intorno, sia le persone che ci è dato di incrociare. Lentamente, con calma, quasi recuperando, d’improvviso, il tempo rubato dalla civiltà dei consumi e del quale, ormai, nemmeno ci rendiamo più conto.
La neve, poi, non solo ovattando i suoni, ma fermando la circolazione, ha reso le nostre città improvvisamente più silenziose, meno caotiche! Siamo davvero sicuri che il cosiddetto caos di queste ore, sia peggiore di quello che quotidianamente viviamo nel trambusto del traffico e nella concitazione dei vari impegni?
La realtà esiste! È per noi, è fuori di noi e non siamo noi a determinarla totalmente! La realtà è ancora capace di stupirci, e non solo nello sguardo incantato per i fiocchi di neve che cadono; la realtà ci stupisce perché è più grande dell’uomo. Possiamo e dobbiamo spalancarci ad essa, conoscerla, interagire per migliorarla, ma non siamo i “padroni” né i creatori del mondo. Qualche giorno di “fermo” alle frenetiche esistenze dell’uomo contemporaneo, non può che far bene, molto bene, allo spirito. Se ne approfitti per stare con le persone più care e condividere “pezzi di vita” che si sono lasciati indietro, per leggere quel buon libro che attende da mesi, per pregare un po’ quel Dio che ha fatto tutte le cose, che ha creato anche te e che, troppo spesso, dimentichi anche di salutare.
Il maltempo, contro il quale ben poco possiamo fare, ha il suo valore pedagogico: ci ricorda chi siamo, collocandoci gentilmente, ma invincibilmente, al nostro posto di creature. Ci obbliga a rallentare i ritmi (disumani) che spesso abbiamo e ci dona un po’ di silenzio, merce preziosissima, ma poco valutata nell’epoca contemporanea. Il maltempo educa, necessariamente, ad obbedire alla realtà.
E se, camminando nella neve, ci è parso di incrociare più facilmente lo sguardo ed il sorriso degli altri, affaticati ed impacciati come noi, non stupiamocene: si chiama umanità.
Nell'immagine: non è Courmayeur, è...il Circo Massimo a Roma.
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