venerdì 22 luglio 2011

Mutuo Soccorso. Il civismo di un'idea.

Quando si pone mano ad un impegno è necessario avere sempre un quadro di riferimento chiaro per sapere "da dove si viene" e definire in modo ancora più chiaro "dove andare".
Questo è solo un piccolo contributo per la definizione del nostro "quadro di riferimento".


CHE COS'E' IL MUTUO SOCCORSO


Il prof. Stefano Mordasini, nel fare una ricerca storica sul movimento mutualistico nel Canton Ticino, ha impostato il suo lavoro ponendosi la seguente domanda: “Cos’è il mutuo soccorso?”.
E, per dare una risposta a questa domanda, ha scisso l’interrogativo in altri quesiti più puntuali e più precisi, così da poter seguire un percorso più lineare.
Per meglio comprendere il significato, in primo luogo, il prof. Mordasini, si è chiesto: “Qual è il principio che sta alla base di una Società di mutuo soccorso?”. Ha così scoperto che il principio della mutualità rispecchia il bisogno e l’esigenza che in tutti i tempi e in tutti i luoghi hanno spinto gli uomini economicamente più deboli a cercare una possibilità di miglioramento e di difesa nell’unione solidale.
E in questa prima definizione lo storico ha individuato due concetti chiave della mutualità: “unione dei deboli” e “solidarietà”.
Quasi la realizzazione della celebre espressione di Alexandre Dumas père nel famoso “I tre moschettieri”: “uno per tutti, tutti per uno”, come si legge proprio su una medaglia della Società di Mutuo Soccorso Pennavairese di Nasino in Provincia di Savona (v. foto sopra).
Procedendo passo dopo passo, lo stesso prof. Mordasini si è chiesto ancora: “In che modo possiamo creare questa unione e questa solidarietà?”.
E inoltre: “Entro quali schemi possiamo ritrovare questi due elementi?”. E’ così giunto alla definizione che le Società di Mutuo Soccorso sono un complesso di istituzioni a base associativa regolamentate dal principio dell’aiuto scambievole e delle prestazioni reciproche, per il quale ciò che oggi si dà all’Associazione o alla Società potrà domani essere restituito, senza che vi sia necessaria corrispondenza tra prestazioni date e prestazioni ricevute.
In questa definizione il prof. Mordasini ha trovato altri elementi che lo hanno aiutato a capire meglio il quadro all’interno del quale si incontrano i concetti di unione dei deboli e di solidarietà.
Il tutto fa parte di un quadro societario in cui i soci membri si aiutano vicendevolmente. Un altro quesito che il prof. Mordasini si è posto è: “Ma che cosa caratterizza questo soccorso reciproco fra i vari soci?”. E la risposta che si è data è che ciò che caratterizza il fenomeno della mutualità è la sua volontarietà e l’assenza del fine di lucro: nelle Associazioni o Società aventi scopo mutualistico nessuno degli associati si propone di conseguire un proprio arricchimento (di qualunque entità esso sia) a spese o a danno degli altri. Con quest’ultima definizione lo storico svizzero ha completato il contesto all’interno del quale si muove una Società di mutuo soccorso, che, nei suoi aspetti più generali, può essere così riassunto: unione dei deboli, solidarietà, un quadro societario in cui i soci membri si aiutano vicendevolmente, volontarietà, assenza di fine di lucro.
Tutti i concetti che il prof. Mordasini ha elaborato ben riassumono lo scopo filantropico delle istituzioni mutualistiche, che, quale segno distintivo, hanno scelto la stretta di mano fra due persone.
Molto spesso le due mani sono raffigurate una bianca (che possiamo interpretare come l’aiuto finanziario e morale) e l’altra nera (quella degli operai che lavorano duramente e che vengono a trovarsi in una situazione che impedisce loro di lavorare). 

Brevi cenni storici 

La cultura dell’aiuto reciproco risale a epoche molto remote.
Già nell’età biblica vi erano delle leggi le quali prevedevano che ogni sette anni i frutti della terra fossero lasciati ai bisognosi, alle vedove e agli orfani.
Nell’antica Roma vi erano le sodalitates e nel Medioevo le “Corporazioni delle arti e dei mestieri”, in cui, fra l’altro, si effettuava il reciproco soccorso.
Tuttavia il concetto mutualistico assunse la sua moderna fisionomia soltanto nei primi anni dell’Ottocento.
Ma qual è oggi il concetto di mutualità?
Il mutuus, la mutualità volontaria è un’operazione mediante la quale un gruppo di persone esposte agli stessi rischi si quota per un determinato contributo, allo scopo di costituire un fondo dal quale attingere a favore dei soci più deboli e più sfortunati.
Il fenomeno mutualistico nacque nel campo dell’insegnamento in Inghilterra nei primi anni dell’Ottocento; e, dopo aver influenzato la cultura tedesca e quella francese, nel 1848, per iniziativa di Giuseppe Mazzini, che nel suo esilio londinese aveva affinato il suo pensiero morale, politico e sociale, metteva timidamente le sue radici anche in Italia.
Il primo terreno fertile della mutualità italiana fu il Regno Sardo-Piemontese.
Fu proprio grazie allo Statuto concesso dal Re Carlo Alberto il 7 marzo 1848 ed alla libertà di associazione in esso sancìta dall’art. 32 che si svilupparono nel Regno le Società di Mutuo Soccorso. Questa fondamentale libertà fu quindi subito utilizzata per realizzare la “solidarietà” o meglio il “mutuo soccorso” tra  quelle categorie di mestieri sui quali incombevano frequenti rischi di malattia, di incidenti, di morte o di cattivi raccolti e conseguente rischio di povertà.
La prima Società di Mutuo Soccorso italiana è stata la Società Generale fra gli operai di Pinerolo, fondata nel 1848.
Con l’Unità e la conseguente estensione dello Statuto a tutta l’Italia queste forme associative si diffusero in tutto il Paese.
Ma sugli aspetti della storia delle S.M.S. dalla seconda metà dell'800 fino a, più o meno, oggi si avrà occasione di ritornare e di raccontare anche vicende di questa nostra Società di S. Giuliano che ci rendono veramente fieri di appartenere ad essa.
Si stima che attualmente le Società di Mutuo Soccorso operanti in Italia siano oltre 1.100. 

Il rinnovato ruolo della mutualità 

Le Società di Mutuo Soccorso, nate nella seconda metà dell’Ottocento, sono state una delle prime forme associative.
Erano organizzazioni volontarie i cui soci che si tassavano di una modesta quota mensile per costituire un fondo comune a cui attingere per l’erogazione di sussidi di varia natura riservati ai soci in particolari situazioni di bisogno. Si cercava così di ridurre gli effetti della disoccupazione, delle malattie, delle invalidità; a volte di allontanare lo spettro della fame e della miseria.
Un movimento di pensiero e politico che attraverso passi successivi ha favorito una sensibilizzazione generale sui temi legati alla protezione sociale, fino all’assunzione da parte dello Stato di meccanismi di tutela pubblica per garantire un livello minimo di soddisfazione dei bisogni legati alla sanità, alla previdenza, all’ istruzione: meccanismi tanto funzionali da divenire fattori sia di benessere e di uguaglianza sociale, che di sicurezza e di controllo.
Con la stabilizzazione di uno stato sociale le Società di Mutuo Soccorso hanno in gran parte perso quella funzione primaria ed esclusiva che le caratterizzava e hanno assunto con il tempo un ruolo di integratori sociali per alcuni servizi che lo Stato non era ancora in grado di offrire in maniera diffusa.
In questi anni stiamo assistendo a radicali cambiamenti economici e sociali che stanno riportando in primo piano il ruolo delle società no profit e in particolare delle Società di Mutuo Soccorso che, per loro tradizione, hanno sempre saputo coniugare i valori solidaristici a interventi concreti.
La globalizzazione dell’economia e i nuovi scenari stanno infatti disgregando la società e aumentando le sperequazioni. Oggi viviamo in una società sempre più divisa, non tanto da ipotetiche linee geografiche ma dalle differenze: pochi ricchi sempre più ricchi e tantissimi poveri, tanti vecchi aggrappati ad una pensione sempre meno sufficiente e tanti giovani senza un lavoro. Stiamo andando verso una nuova società senza equilibri e dove le forme di protezione sociale saranno sempre più ridotte.
Da qui l’attualità e il rinnovato ruolo sociale delle Società di Mutuo Soccorso, che sono in grado di offrire collaudati meccanismi di ricomposizione sociale e di concreta solidarietà.
Con oltre 150 anni di esperienza al servizio dei cittadini senza perseguire fini di lucro e con la costante ricerca di nuove formule di sussidi a tutela dei nuovi bisogni emergenti, la mutualità di queste Società, che ha solide radici su tutto il territorio nazionale, si ripropone pertanto come nuovo soggetto di "privato sociale", richiamando l’attenzione oltre che dei potenziali fruitori dei servizi erogati, anche di un pubblico attento ai nuovi fenomeni sociali che riescono a rendere ancora attuale il valore dei legami affettivi e morali che uniscono gli uomini tra di loro e li spingono all’aiuto reciproco.